Il Laboratorio di Biotecnologie dell’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile sta sperimentando il cibo del futuro.
Enea sta lavorando al cibo del futuro. Il Laboratorio di Biotecnologie dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ha avviato un progetto sperimentale di colture cellulari per produrre vegetali. La coltivazione in vitro di frutta e verdura si allinea a quella della carne artificiale per realizzare un cibo sostenibile che conserva gli stessi sapori e valori nutrizionali della verdura naturale.
Nutriente, saporito e sostenibile: così Enea definisce il cibo che sta sviluppando con l’obiettivo di offrire alimenti capaci di contrastare l’impatto delle crisi economiche e dei cambiamenti climatici che minacciano salute, qualità e produttività delle piante. L’agricoltura cellulare produce vegetali partendo da molecole utili alla salute, senza erosione di suolo e perdita di biodiversità.
Il procedimento è simile a quello già utilizzato per il lievito con cui si producono il pane e la birra. “Le cellule vegetali, come per esempio quelle di una lattuga, possono essere isolate dalle piante intere, e moltiplicate in condizioni controllate per ottenerne una biomassa che conserva o migliora le proprietà benefiche rispetto alla pianta d’origine”, spiega la ricercatrice Silvia Massa. Coltivate in ambienti controllati, le cellule vegetali rappresentano una biomassa alimentare innovativa e di qualità. A partire da un espianto e sfruttando le caratteristiche proprie delle cellule vegetali, i ricercatori ottengono la moltiplicazione delle cellule in una coltura liquida che avviene nei bioreattori.
In collaborazione con il Laboratorio Bioprodotti e bioprocessi, il Laboratorio di Biotecnologie dell’Enea abbina le sue ricerche sui processi di micro-incapsulamento mediante spray-drying alla realizzazione di indagini sulle attitudini del consumatore verso questo modello di consumo. Dalle colture cellulari vegetali si possono ricavare sia alimenti freschi (dalle composte agli ingredienti per i frullati) e ingredienti per alimenti composti che bevande e prodotti lavorati, come la cioccolata.
La visione di lungo periodo dietro questo progetto è sviluppare valori nutrizionali, sensoriali e di digeribilità simili, o migliori, delle piante di provenienza. Non solo: le aziende potrebbero affrancarsi dalle variazioni climatiche e affidarsi a coltivazioni programmabili, standardizzate e continue, da integrare alle produzioni agricole naturali dei territori.
“Questo approccio sposterebbe il paradigma della produzione agricola dal suolo, tra l’altro sempre meno disponibile e compromesso nella qualità, a un ambiente controllato e nasce dalla necessità che si intravede di individuare approcci di produzione integrativi a quelli tradizionali, a causa degli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute e sulla produttività di piante che rappresentano fonti di cibo per l’uomo”, sottolinea Massa.
Grazie alle colture cellulari, l’agricoltura potrà diventare indipendente dalla terra e dalle materie prime, ottenendo una biomassa alimentare simile in tutto e per tutto a quella del vegetale naturale perché derivata proprio da questa. Inoltre, la possibilità di modulare l’accumulo di sostanze utili alla salute in funzione dei parametri di crescita, apre anche la strada alla produzione dei cosiddetti cibi personalizzati, ovvero alimenti fatti su misura per ogni esigenza, ancora più attenti all’ambiente e in sintonia con la salute.
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